
Il 17 luglio 2025, nei cieli d’Italia, si è spenta una delle figure più emblematiche della cultura del rischio e dell’avventura: Felix Baumgartner, austriaco, classe 1969, noto al mondo per aver sfidato le leggi della fisica nel 2012 con il leggendario salto dalla stratosfera. È morto a 56 anni, durante un volo in parapendio motorizzato nei pressi di Porto Sant’Elpidio, nelle Marche. Un epilogo tragico, ma quasi coerente con una vita vissuta al limite dell’impossibile.
L’uomo oltre la caduta
Baumgartner non è stato solo un atleta estremo: è stato un simbolo. La sua figura si staglia tra scienza, spettacolo e filosofia dell’umano. Il suo salto da 39.000 metri – seguito in diretta da milioni di persone – non fu solo un record mondiale: fu un evento culturale globale. La sua caduta libera, durata 4 minuti e 20 secondi, fu una meditazione vivente sulla vertigine del futuro e sul significato della sfida.
Nel momento in cui superò la velocità del suono con il proprio corpo, senza motore né protezione attiva, divenne un’icona del XXI secolo: un Icaro con la tuta pressurizzata, figlio dell’era digitale, ma con il cuore dei pionieri.
Dalla verticalità come filosofia
Nel corso della sua carriera, Felix Baumgartner ha esplorato i limiti della verticalità: salti da grattacieli, BASE jumping da monumenti, attraversamenti alari tra canyon e coste. Ma non si trattava solo di adrenalina. Ogni gesto estremo era, in fondo, un atto esistenziale.
In un’epoca di algoritmi e realtà aumentata, il corpo di Baumgartner ci ha ricordato la fragilità umana, ma anche il suo splendore. La cultura della performance, del rischio e della sperimentazione corporea trova in lui una delle sue manifestazioni più pure.
Cosa è successo
Il destino ha voluto che il suo ultimo volo non fosse tra le stelle, ma sopra la costa italiana. Numerosi Testimoni raccontano di un possibile malore in volo che potrebbe aver colpito Felix.
L’impatto è avvenuto vicino a una piscina, all’interno di un villaggio turistico. Da chiarire ancora le circostanze precise di quanto avvenuto, ma, stando alle prime fonti potrebbe non essersi trattato di un semplice errore umano.
Eredità di un moderno Prometeo
Baumgartner lascia dietro di sé più di un’impressionante lista di record. Lascia una domanda: che cosa significa, oggi, essere umani? In un mondo dove tutto è misurato, sorvegliato, assicurato, controllato, lui ci ha ricordato che l’essere umano resta una creatura del rischio, dell’azzardo, dell’intuizione.
Come un artista performativo o un filosofo del corpo, Baumgartner ha messo in scena il dramma eterno della tensione tra limite e desiderio. E nel suo ultimo salto – forse il più silenzioso – ha consegnato alla cultura contemporanea un nuovo mito.