
"Vince Vaughn speaking at the 2015 Young Americans for Liberty California State Convention at University of California, Los Angeles in Los Angeles, California" by Gage Skidmore is licensed under CC BY-SA 2.0.
Senza girarci troppo attorno, Nonnas, di recente uscita su Netflix, è un film semplice. Ma non per questo da mettere in un angolo. È uno di quei progetti che ti avvolge con la sua dolcezza familiare, ma che ti colpisce duramente parlando di argomenti sensibili, come il lutto. Non aspettatevi una commedia demenziale alla “Nonna Sprint”, qui si gioca su toni più autentici: un racconto che omaggia la tradizione, ma senza scadere nella melassa.
La trama, in breve, e senza spoiler
La storia parte da un’idea semplice ma potente: Joe Scaravella (Vince Vaughn), newyorkese di origini italiane, dopo aver perso la madre decide di aprire un ristorante molto particolare a Staten Island. La sua intuizione? In cucina lavorano solo nonne, ognuna con le sue ricette di famiglia, le sue storie, i suoi modi di fare.
L’obiettivo di Joe Scaravella è quello di creare una realtà unica. Un ristorante che attira sì clienti in cerca di buon cibo, ma non solo! Anche di quel calore umano che solo una nonna sa dare. Ma dietro ai sorrisi e ai piatti di pasta fumanti, si nasconde il tema universale della nostalgia e della paura di perdere le proprie radici. E in mezzo alle numerosissime peripezie che capitano, riuscirà Joe a trasformare il suo sogno in realtà?
Cosa funziona in Nonnas
Il cast di nonnine è la vera anima del film. Susan Sarandon, Lorraine Bracco, Talia Shire e Brenda Vaccaro non interpretano delle macchiette: danno vita a personaggi sfaccettati, ironici, a volte pungenti, ma sempre credibili. Ognuna con la sua storia, ognuna con la sua “ricetta della vita”.
Vince Vaughn, nei panni di Joe, sorprende: meno istrionico del solito, trova il giusto equilibrio tra comicità e malinconia. La sua è una performance sentita, di pancia.
La regia di Stephen Chbosky (autore del famosissimo romanzo “Noi siamo infinito”, di cui ha diretto anche il film) riesce a mescolare sapientemente il tono da feel-good movie con momenti di vera commozione, senza mai scadere nel retorico. Visivamente, il film è una carezza: colori caldi, luci morbide, dettagli che sembrano usciti dall’album di famiglia.
La colonna sonora, tra tarantelle rivisitate e jazz da vecchia Brooklyn, accompagna perfettamente l’atmosfera nostalgica.
Cosa zoppica un po’
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, la trama segue binari abbastanza prevedibili. I momenti di “conflitto” si risolvono spesso in modo un po’ telefonato, e il film non cerca mai di sorprendere davvero lo spettatore.
Alcuni personaggi secondari, come l’ex fiamma di Joe (interpretata da Linda Cardellini), sembrano messi lì più per dovere di sceneggiatura che per reale necessità narrativa.
Anche il messaggio sulla riscoperta delle proprie radici, per quanto sincero, rischia a tratti di essere un po’ troppo esplicito, ripetuto con un’insistenza che non era necessaria.
Facciamo una sintesi
Nonnas è una lettera d’amore alla famiglia, alla tradizione e al potere terapeutico del cucinare insieme. Non troverete colpi di scena clamorosi o trovate originali da lasciare a bocca aperta, ma conquista con la sua semplicità e la sua umanità. C’è bisogno di più film del genere, a mio avviso.
È uno di quei film “comfort food”: sai esattamente cosa ti serviranno, ma alla fine ne esci con il sorriso e il cuore un po’ più leggero. E in un’epoca di cinismo e iper-ironia, questo non è affatto poco.
Se cercate un racconto genuino, pieno di sapori, dialetti e ricordi, Nonnas merita la vostra attenzione. Non cambierà la storia del cinema, ma scalderà la vostra serata. E magari vi farà venire voglia di chiamare la nonna.