
La potenza del pensiero di Nietzsche la si percepisce ancora oggi, sotto innumerevoli ideologie, all’interno della società. Morì nel 1900 ma la risonanza delle sue affermazioni influenzano ancora oggi il pensiero occidentale.
La volontà di potenza: il motore nascosto dell’umanità
Uno dei suoi messaggi più stupendamente inquietanti è la cosiddetta volontà di potenza. È il cuore pulsante delle azioni umane. La si intravede perfettamente alla fine della Seconda guerra mondiale. Adolf Hitler diede ordine ad Albert Speer, ministro degli armamenti, di distruggere l’impianto industriale della Germania nazista. I russi si stavano pericolosamente avvicinando e, come il filosofo tedesco affermava, la vita inferiore deve lasciare spazio a quella superiore. Il gigante deve schiacciare il topo. Questo è una visione darwiniana dell’esistenza che Nietzsche interpretava non dal punto di vista biologico, ma sociale. La forma di vita indegna deve lasciare spazio e libertà d’azione a quella che si sta preparando a venire. Himmler, bastardo capo delle SS, parlerebbe di Lebensraum, cioè la teoria dello spazio vitale.
Il superuomo: oltre i limiti dell’umano
La sintassi provocatoria del filosofo emerge anche e soprattutto quando parla del superuomo, una sorta di bestia divina che si erge oltre l’umano, lontano dai confini ordinari. Afferma, tra le altre cose, che “l’uomo è una fune sospesa tra l’animale e il superuomo”, “l’uomo è transizione e tramonto”. Cosa significavano questi due termini? Il primo è l’evoluzione, obbligata, dell’essere umano verso lidi non esplorati. Il secondo rappresenta la necessaria caduta dell’umano quando non è più degno di esistete, di dettare regole. L’essere umano indegno è paragonato ad una scimmia, senza personalità né valore intrinseco.
La morte di Dio: dalla fede al denaro
L’ultimo tema a me caro che tocca è la cosiddetta morte di Dio. Qui entrano in gioco le parole di Umberto Galimberti, filosofo contemporaneo. Egli afferma che “se togli la parola Dio dal Medioevo, non rimane nulla, se togli la parola denaro nella nostra era, sarà uguale”. Il Dio medievale era unicamente Dio. Quasi sempre omaggiato con ossessioni maniacali, al limite della follia. Per esempio, nel ‘500, papa Leone X e Niccolò II costruirono la basilica di San Pietro proprio con i soldi della vendita delle indulgenze. Metodo bastardo, orchestrato sulle spalle di ignoranti fedeli. Sempre in nome di Dio, in particolare papa Innocenzo III, si combattevano le crociate, anche contri gli eretici. L’inquieto Torquato Tasso compose la sua Gerusalemme liberata con spirito controriformistico, non a caso.
Fanatismo e martirio nel nome della fede
Si torturarono e bruciarono vive persone durante la Riforma Protestante. Anche Giordano Bruno, nel febbraio 1600 a Campo de Fiori a Roma, ci andò di mezzo, essendosi rifiutato di abiurare le sue tesi, seppur corrette. Tutto, qualsiasi cosa, in nome di Dio. Adesso, invece, non è più così. Dio, nell’era contemporanea, è diventata una pura presenza fantasmatica, adatta solamente a visionari e affranti fedeli in cerca di conforto e risposte impossibili nel mondo terreno.
Il nuovo Dio: il denaro
Il vero Dio attuale è il denaro. Se si rimuove questa parola dalla nostra società, tutto crolla. È la moneta che manda avanti conflitti, vendette, stragi, omertà, assassinii e alimenta la sete di comando.
Il pensiero Nietzsche sulla consapevolezza moderna
Il pensiero di Nietzsche affermava che siamo stati noi stessi a uccidere di Dio, con nuova cultura e consapevolezza, specialmente nelle università. Lui, tra l’altro, insegnò senza essere neanche laureato, andando poi in pensione giovanissimo. Era convinto del fatto che l’essere umano è diventato troppo intelligente per convincersi che ci saranno ricompense in Paradiso per chi si comporterà bene e punizioni interminabili per chi finirà tra gli artigli di Lucifero. Questo e tanto altro si trova in Nietzsche.