
L’operazione letteraria di Roberto Saviano, come accaduto altre volte, porta alla luce una storia fatta di coraggio, precisione, e soprattutto di sguardo. In L’amore mio non muore, egli compie un gesto apparentemente semplice, ma invece lacerante:. Cosa? Riportare alla luce la storia vera di Rossella Casini, una giovane donna che ha creduto che amare potesse anche significare liberare. Come già ha fatto in passato, Saviano ha dato alla luce un libro che non urla, ma scava. Nelle viscere della mafia, e colpisce le sinapsi del lettore. Non impone tesi, ma espone verità. E lo fa con la forza di una voce che ha imparato a camminare sul filo delle parole e del rischio.
La trama: una ragazza, la ‘ndrangheta e una scelta senza ritorno
Tutto nasce da un amore. Rossella, studentessa di psicologia a Firenze, incontra Francesco, un ragazzo calabrese segnato dalla violenza familiare. Innamorarsi di lui non è solo un gesto affettivo, ma un atto politico, anche se lei non lo sa ancora. L’amore la porta a conoscere dall’interno un mondo fatto di clan, codici d’onore, silenzi imposti. E quando sceglie di denunciare, di non voltarsi dall’altra parte, la sua vita si spezza. Ma L’amore mio non muore non è un romanzo d’inchiesta, né un semplice omaggio civile. È un racconto stratificato, dove la memoria diventa forma di resistenza e l’identità femminile, spesso relegata al margine, torna al centro.
Una ragazza, il coraggio e il silenzio degli altri
Ciò che rende questo libro necessario non è solo la vicenda – potente, drammatica, vera – ma il modo in cui Saviano la restituisce. Rossella non è un’eroina tragica da innalzare su un piedistallo. È una ragazza normale, fragile e forte, piena di dubbi, eppure incrollabile. È proprio la sua “normalità” che la rende sovversiva. Nel raccontarla, Saviano non cerca di sovraccaricare di pathos, ma di restituire la dignità del dettaglio: una lettera, una telefonata, un ritorno a casa mai avvenuto. Il silenzio che ha circondato la sua morte pesa più di ogni atto di violenza.
Stile e tono: il respiro trattenuto di Saviano
La scrittura di Saviano in questo romanzo, a esser sinceri, ha qualcosa di diverso. Meno esplicita, più misurata. È come se fosse allo stesso tempo sia una novità che una certezza. Si avverte un pudore nuovo, una delicatezza che convive con la consueta precisione documentaria. Il ritmo è quello del rispetto, della responsabilità. Nessuna parola è fuori posto, e ogni frase lascia intravedere un dolore che l’autore non vuole addomesticare. È una narrazione che non cerca la consolazione, ma l’onestà.
Perché leggerlo?
Eccoci al punto cruciale, finale, tipico d’ogni recensione. Perché leggere L’amore mio non muore? Come ogni libro scritto da Saviano, anche questo non passa inosservato. È importante dar luce alla memoria e condividere la condanna di chi merita d’esser condannato. È un libro che accalappia le emozioni e le percezioni del lettore, perché racconta di una storia straordinariamente vera, ma dolorosa. Una di quelle da cui apprendere, fare esperienza e, tramite ricordo, non abbandonare mai. L’amore mio non muore è un atto d’amore verso una donna che ha pagato con la vita la scelta di non tacere. Ma è anche una riflessione su ciò che ci rende umani: la capacità di riconoscere l’ingiustizia e di opporvisi, anche a costo di tutto.
Chi cerca nella lettura non solo una storia, ma uno sguardo, troverà in questo libro una luce discreta, tenace, che continua a brillare anche quando tutto intorno sembra scegliere il buio.