
Sembrava che il vento fosse un po’ cambiato, che potessimo tirare un sospiro di sollievo più profondo. Invece, ecco che il COVID-19 torna a farsi sentire, presentandoci un nuovo “volto”: la variante LP.8.1.
Nata dalla grande famiglia Omicron, questa sottovariante sta viaggiando veloce, tanto che sta facendo sentire la sua presenza con un aumento di casi anche in Asia, nello specifico a Singapore e Hong Kong.
Ma chi è davvero questa LP.8.1?
È una “cugina” delle varianti che abbiamo imparato a conoscere, con qualche piccolo cambiamento nel suo “aspetto”, soprattutto in quella parte che usa per “agganciarsi” alle nostre cellule, la proteina Spike. Queste modifiche sembrano darle una marcia in più nella trasmissione, rendendola più abile a passare da una persona all’altra. Però, c’è anche una piccola buona notizia: alcuni studi suggeriscono che forse, dico forse, è leggermente meno “aggressiva” nel farci ammalare rispetto a JN.1, la sua “mamma”.
Un altro aspetto da non sottovalutare è la sua capacità di essere un po’ “furba” con le nostre difese immunitarie. Sembra che LP.8.1 riesca un po’ meglio a “farsi riconoscere meno” dagli anticorpi che abbiamo sviluppato grazie a precedenti infezioni o vaccinazioni. È come se avesse imparato qualche trucchetto per non farsi “beccare” subito dal nostro sistema immunitario. Per fortuna, i richiami vaccinali più recenti, quelli pensati apposta per le varianti Omicron, sembrano ancora offrire una buona protezione contro la malattia più seria.
I sintomi della variante LP.8.1.
I sintomi, per ora, non sembrano molto diversi da quelli a cui ci hanno abituato le altre varianti Omicron. Spesso si presentano come un fastidioso mal di gola, a volte accompagnato da febbre (ma non è detto!), tosse, naso che cola o è chiuso, quella sensazione di stanchezza che non ci molla, qualche dolore muscolare e un po’ di mal di testa. La brutta sorpresa della perdita di gusto o olfatto, che ci aveva spaventato all’inizio, sembra essere meno frequente.
Quindi, cosa dobbiamo fare?
Non dobbiamo farci prendere dal panico, ma nemmeno abbassare la guardia. Questo “nuovo ospite” ci ricorda che il virus è ancora qui e continua a evolversi. Le nostre autorità sanitarie lo stanno tenendo d’occhio, proprio come faremmo con un vicino un po’ troppo curioso.
Per noi, la parola d’ordine rimane prudenza, soprattutto per i più anziani e le persone con fragilità. Se ci sentiamo un po’ “acciaccati”, magari un tampone può darci una risposta e aiutarci a proteggere chi ci sta vicino. E poi, non dimentichiamoci del vaccino di richiamo, che continua ad essere un’arma preziosa per difenderci dalle conseguenze più serie della malattia.
Anche l’Europa si sta muovendo: l’EMA sta pensando di aggiornare i vaccini per includere proprio LP.8.1 in vista delle prossime campagne. Questo ci fa capire che la scienza è sempre al lavoro per starci un passo avanti.
In fondo, questa storia ci insegna che dobbiamo convivere con questo virus, un po’ come con un coinquilino un po’ invadente. L’importante è conoscerlo, capire le sue “mosse” e continuare a proteggerci, con buon senso e seguendo le indicazioni di chi si prende cura della nostra salute. Quindi, occhi aperti e pronti a reagire, senza farci prendere dalla paura, ma con la consapevolezza che la nostra attenzione è ancora importante.