
La notizia ha lasciato sgomento il mondo del rap e della cultura musicale italiana: Dre Love, nome d’arte di André Thomas Halyards, è morto all’età di 55 anni. L’artista newyorkese, da oltre trent’anni figura centrale della scena hip hop italiana, si è spento lasciando un vuoto profondo in chi, con la sua musica, aveva trovato una voce autentica, ironica e consapevole. Con lui se ne va non solo un talento internazionale, ma anche un pezzo fondamentale della storia del rap italiano.
Cosa lo ha ucciso
La notizia della morte di Dre Love è giunta in modo improvviso. Non sono ancora state rese note le cause ufficiali della morte, ma la sua scomparsa ha colto di sorpresa colleghi e fan. Nessun segnale recente lasciava presagire un epilogo simile: Dre Love era ancora artisticamente attivo, presente nella scena con nuova musica e collaborazioni. Proprio nel 2024 aveva pubblicato un singolo, Boyfriend, confermando il suo inconfondibile stile e la voglia di sperimentare. La sua scomparsa improvvisa restituisce l’immagine di un artista che, fino all’ultimo, ha vissuto nella musica e per la musica.
Una carriera lunga, trasversale, leggendaria
Nato nel Queens (New York), Dre Love aveva trovato negli anni ’90 la sua seconda patria in Italia, dove fu subito accolto come un talento fuori dal comune. Dapprima a Firenze, poi a Bologna e Milano, contribuì in modo decisivo alla diffusione dell’hip hop in Italia, portando un linguaggio, una sonorità e un’attitudine nuove. Fu membro del collettivo Radical Stuff, collaborò con Neffa e DJ Gruff, e fu noto anche come “Il Messaggero della Dopa”, espressione che divenne presto iconica per la generazione cresciuta con le sue rime.
Dotato di un carisma magnetico e di un flow riconoscibile, Dre Love ha attraversato generi e decenni mantenendo sempre una coerenza espressiva rara. La sua voce, profonda e soul, era in grado di fondere ironia e denuncia, groove e riflessione, in un linguaggio che ha influenzato almeno due generazioni di artisti italiani.
L’ultima apparizione pubblica
Lontano dai riflettori e dal sensazionalismo, Dre Love aveva mantenuto negli ultimi anni un profilo discreto, ma non per questo meno incisivo. L’ultima sua apparizione pubblica risale a pochi mesi fa, quando era intervenuto in un programma radiofonico indipendente per presentare il suo nuovo singolo e raccontare le sue radici afroamericane e il legame viscerale con l’Italia. Appariva lucido, sereno, consapevole del suo percorso artistico. Nessun indizio lasciava immaginare che potesse trattarsi del suo saluto finale.
Reazioni e tributi
La notizia della morte di Dre Love ha suscitato una vera e propria ondata di emozione. Artisti come Neffa, Frankie hi-nrg mc, Ice One e Fabri Fibra lo hanno ricordato sui social con parole di affetto e ammirazione. “Ha portato New York in Italia e l’Italia nel cuore”, ha scritto un collega. Radio, blog e riviste di settore hanno rilanciato i suoi brani storici, mentre su Instagram e TikTok si moltiplicano i tributi e le testimonianze di chi ha trovato in lui un’ispirazione artistica e umana.
Di soli pochi giorni fa è la notizia della morte del talentuoso rapper francese Werenoi.