
Il presidente rilancia l’idea shock di rimettere in funzione la storica prigione di Alcatraz, sull’isola di San Francisco. Per la California è una provocazione: “Un teatro elettorale, irrealizzabile”. Ma partiamo dal principio.
Alcatraz torna al centro del dibattito: Trump spinge per la riapertura
Alcatraz è forse uno dei simboli più noti negli Stati Uniti, non solo per il ‘lato carcerario’. Nel corso degli anni, anche grazie a nomi altisonanti di criminali ivi rinchiusi nel passato, è sempre stato soggetto di forte ispirazione per artisti e storie leggendarie.
Ebbene, Donald Trump ha deciso di riportarlo alla ribalta. In un annuncio che ha fatto, manco a dirsi, subito discutere, il presidente ha ordinato al Federal Bureau of Prisons di “studiare la riattivazione del penitenziario” per rinchiudere i criminali più pericolosi del Paese. “Non possiamo più permetterci di essere deboli con gang, assassini e trafficanti. Torneremo duri”, ha detto in un comizio.
Come ogni mossa discutibile di Trump, la notizia ha fatto il giro del Paese velocemente, riaccendendo i riflettori su un luogo iconico, oggi meta turistica da oltre un milione di visitatori l’anno. Secondo Trump, Alcatraz deve tornare a essere “un avvertimento per chi minaccia la sicurezza dell’America”.
Reazioni furiose dalla California: “È solo propaganda”
Dal fronte democratico, soprattutto in California, la reazione è stata immediata. Nancy Pelosi ha definito l’idea della riapertura della prigione di Alcatraz “un teatrino politico”, accusando il presidente di voler usare un monumento storico come arma elettorale. Anche il governatore Gavin Newsom ha attaccato: “Trump ignora totalmente la realtà. Alcatraz è un simbolo, non un carcere funzionante”.
Critiche arrivano anche dagli esperti. “Oggi l’isola non ha le infrastrutture per ospitare nemmeno un detenuto”, ha spiegato John Martini, ex ranger del parco. “Servirebbero milioni solo per rifare impianti di base come acqua, fogne ed elettricità”.
Tanto simbolismo, poca logistica: un’idea destinata a restare sulla carta?
Per ora, nessun ordine esecutivo è stato firmato. Ma l’intenzione politica è chiara: Trump vuole riportare al centro del dibattito il tema della sicurezza e della “tolleranza zero”. Che Alcatraz torni davvero a funzionare come carcere è tutto da vedere — più probabile che resti un’idea forte, pensata per colpire l’immaginario di un’America divisa.