
Non capita spesso di vedere un film come Death of a Unicorn. È uno di quei progetti che o ami per la sua stramberia, o ti lascia completamente disorientato. A24 ci ha abituati a film strani e fuori dagli schemi, ma qui si spinge ancora oltre, in una dimensione in cui l’assurdo e il grottesco diventano strumenti di critica sociale.
La trama, in breve, e senza spoiler
Il film parte con una premessa già di per sé surreale: Durante un viaggio verso un ritiro aziendale, un padre vedovo (Paul Rudd) e sua figlia adolescente (Jenna Ortega) investono un unicorno nel bel mezzo di un bosco. Ma questa non è una semplice creatura mitica: il suo corpo ha proprietà curative straordinarie. La scoperta attira l’attenzione del loro capo miliardario, che vuole sfruttare l’unicorno per scopi farmaceutici. Peccato che i genitori dell’unicorno – enormi, spietati e leggendari – non siano d’accordo.
Man mano che i minuti scorrono, Death of a Unicorn imbocca una strada sempre più contorta e assurda, piena di momenti splatter, satira feroce e creature leggendarie vendicative.
Cosa funziona in Death of a Unicorn
- Jenna Ortega è semplicemente perfetta. Sarcastica, malinconica, con quello sguardo da “non sono sorpresa che ci sia un unicorno morto sul cofano”, è il cuore emotivo del film.
- L’atmosfera è straniante, cupa ma al tempo stesso colorata e stilizzata: la fotografia quasi pop contrasta con la violenza e il cinismo della storia.
- La colonna sonora di John Carpenter e figli aggiunge un tocco retrò e inquietante che funziona benissimo.
Cosa zoppica un po’
- A volte la satira è fin troppo esplicita, e rischia di diventare predica. La metafora della multinazionale che vuole sfruttare la natura è chiara… ma anche un po’ martellante.
- La CGI non è sempre all’altezza, soprattutto nelle sequenze più ambiziose. L’effetto è volutamente esagerato, ma ogni tanto rovina l’immersione.
- Alcune sottotrame sembrano introdotte e poi abbandonate, come se il film avesse troppa carne al fuoco e non sapesse bene dove andare.
Facciamo una sintesi
Death of a Unicorn è una favola horror moderna, satirica e fuori di testa. Non è un film per tutti: è disturbante, bizzarro, a volte ridicolo, ma anche coraggioso e visivamente affascinante. Se ami il cinema indie che osa, che ti lascia con un misto di “ma cosa ho appena visto?” e “però, che stile…”, allora vale la pena dargli una chance.
Non è perfetto, ma sicuramente è memorabile. E in un panorama di film tutti uguali, questo è già un punto a favore.