
Francesco Schettino ha deciso di ritirare la richiesta di semilibertà presentata lo scorso gennaio. L’ex comandante della Costa Concordia avrebbe avuto diritto alla misura, avendo già scontato metà della pena. Tuttavia, la procedura si è bloccata per l’assenza di una proposta lavorativa concreta e compatibile con i requisiti richiesti dal tribunale.
Le parole della difesa di Schettino
A spiegare la decisione è l’avvocata di Schettino, Francesca Carnicelli.
“Questa mattina abbiamo comunicato la rinuncia ufficiale,” ha dichiarato. “Ci sono state difficoltà con la proposta di impiego sottoposta al Tribunale di Sorveglianza di Roma. Non si è trovata una soluzione soddisfacente. Il procedimento si è concluso con il non luogo a provvedere.”
La legale ha precisato che non si trattava dell’assenza totale di offerte lavorative, ma dell’impossibilità di presentare un’occupazione ritenuta idonea e approvabile dal tribunale. Per ottenere la semilibertà, infatti, è necessario disporre di un lavoro stabile, con orari e mansioni compatibili con la misura, e con sufficienti garanzie di reinserimento sociale e controllo. Nessuna delle opzioni vagliate ha soddisfatto tali condizioni.
La condanna e la detenzione di Schettino
Schettino è detenuto nel carcere di Rebibbia dal 13 maggio 2017. Sta scontando una condanna definitiva a 16 anni per omicidio colposo plurimo (32 vittime), lesioni colpose, naufragio colposo e abbandono della nave.
Il naufragio della Costa Concordia
Il disastro avvenne la sera del 13 gennaio 2012. La Costa Concordia, con oltre 4.200 persone a bordo, colpì uno scoglio durante una manovra ravvicinata all’isola del Giglio ordinata da Schettino. L’urto aprì uno squarcio di oltre 70 metri nella fiancata. La nave si inclinò rapidamente e si adagiò su un fondale poco distante dalla costa.
Il caos e il richiamo via radio
Le operazioni di evacuazione furono caotiche e prolungate. Schettino lasciò la nave prima della fine dei soccorsi, suscitando una forte indignazione. Da quel gesto nacque il celebre rimprovero via radio del comandante Gregorio De Falco:
“Vada a bordo, c…!”
Quelle parole, e le immagini della Concordia inclinata, fecero il giro del mondo e segnarono per sempre la vicenda.