
Bagan, Myanmar, Htilominlo Temple and other Buddhist stupas in Bagan plain di Vyacheslav Argenberg, licenza CC BY 4.0, fonte: Wikimedia Commons.
A distanza di diverse ore dalla fortissima scossa di terremoto in Birmania di 7.7 gradi di magnitudo, le stime dei danni salgono sempre di più. Non solo la Birmania, d’altra parte, è stata colpita da questo terribile disastro, ma pure gli stati vicini, come India, Cina e Bangladesh.
I dettagli
Secondo le ultime stime, il bilancio delle vittime è drammatico: al momento si registrano almeno 144 morti e 732 feriti nel solo Myanmar. Le città più colpite sono Mandalay e Sagaing, dove molti edifici sono crollati, inclusi edifici storici e ospedali. A Mandalay, il crollo di alcuni palazzi ha provocato numerose vittime, e le strade sono coperte di macerie, rendendo difficili le operazioni di salvataggio. La situazione in Thailandia non è poi così tanto meno grave: un crollo parziale di un grattacielo a Bangkok già segnalato stamattina, ha causato almeno 3 morti e 81 dispersi.
Il terremoto, come detto poc’anzi, ha anche causato danni in altre nazioni quali Bangladesh e Cina ma, fortunatamente, apparentemente non gravi. Come spesso avviene in città molto popolose, le autorità locali vanno in difficoltà in momenti di grande emergenza come questo. In Myanmar e India, infatti, la situazione nella gestione dell’emergenza, tra soccorso e messa in sicurezza, è drammatica. D’altra parte, come detto nell’articolo di stamattina, le ovvie scosse di assestamento creano timore e preoccupazione che possa nel breve la terra birmana tornare a tremare violentemente.
Al momento non risultano notizie di cittadini italiani coinvolti nel disastro. Le ambasciate e i consolati sono attivamente impegnati a monitorare la situazione, pur non segnalando, fino a ora, casi di coinvolgimento di connazionali tra le vittime o i feriti. L’Unione Europea e altre organizzazioni internazionali hanno già avviato interventi di assistenza.
Curiosità
Se il terremoto in Birmania è stato di 7.7 gradi, quello più forte mai registrato in Italia pensate che è stato di 7.5. Cioè poco meno di quello di oggi. E si parla di tutta la storia italiana, quantomeno documentata. Avvenuto nel largo del golfo catanese nel 1693, è rinominato come Terremoto del Val di Noto. Più di sessantamila le vittime accertate, che lo hanno reso il secondo evento sismico con più decessi nella storia italiana, secondo solo al terremoto di Messina del 1908, in cui le persone che persero la vita furono tra le settanta e le centomila.