
Quasi 400 miliardi di euro. Questa è la valanga di denaro attraverso cui la Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, finanzierà gli allevamenti intensivi europei. Soldi estratti direttamente dalle tasche di noi contribuenti.
L’industria della carne è ormai diventata una lobby dai pieni poteri in grado di influenzare le politiche europee. Basti pensare che, attorno all’imponente struttura del Parlamento europeo, hanno costruito innumerevoli uffici di lobbisti che cercano, quotidianamente, di stringere accordi con gli europarlamentari.
Con l’inchiesta Food for profit (Report), autoprodotta dalla giornalista investigativa Giulia Innocenzi, hanno rivelato, una volta per tutte, cosa si nasconde dietro la carne che troviamo al supermercato. Pollo, suino, bovino: nessuno escluso.
Maltrattamenti, atti di cannibalismo tra maiali morenti e altri ancora vivi, mucche con mammelle piene di vesciche, vitelli vanamente curati con punture illegali, tacchini morenti buttati violentemente nel camion destinati al macello, polli la cui testa viene sbattuta a terra finché non muoiono tra atroci dolori perché questo coso non rende economicamente. Non lavano mai il suolo degli allevamenti intensivi (come ammettono gli stessi proprietari, registrati segretamente), mucche a cui strappano via le corna per facilitare il lavoro di ingegneria genetica. O ancora, mucche, della cosiddetta razza Frankenstein, frutto di decenni di manipolazione genetica, così piene di muscoli da andare incontro a malattie cardiovascolari.
Il Parlamento europeo non ha approvato una corretta definizione di allevamenti intensivi. Questo facilita il lavoro delle lobby all’interno della stessa struttura, poiché non devono dare spiegazioni su quello che accade e su come accade.
Le aberrazioni umane nel salvaguardare le lobby che dominano l’industria della carne arrivano anche a proposte estreme, estremamente gravi. In particolare, hanno fatto discutere le dichiarazioni degli europarlamentari Clara Aguilera, socialista, e Paolo del Castro, del PD.
La prima disse che non le frega niente di come trattano maiali, polli, gatti e mucche, lei se le mangia lo stesso. Il secondo ha appoggiato, segretamente registrato, falsi progetti che un lobbista sotto copertura ha proposto a Bruxelles. Mucche con due organi riproduttivi per massimizzare la produzione di latte e nel cui retto inseriscono congegni in grado di catturare i gas corporei. Maiali con sei zampe, frutto di una spregiudicata manipolazione genetica. O polli senza piume, questi veramente creati da Israele, per risparmiare sul processo di spiumatura.
Tutto per competere con la Cina, in nome di un capitalismo altamente distruttivo sia per le vite degli animali che per gli esseri umani che mangiano la loro indegna carne. Questo stato autoritario ha infatti approvato e concluso la costruzione di un grattacielo vero e proprio, al cui interno ospitano non persone, ma 1.200.000 maiali. I lavoratori vivono perennemente all’interno per evitare che le infezioni suine possano effettuare il salto di specie e passare all’uomo.
Un universo indegno e schifosamente capitalista.
Il cambiamento inizia col rifiutare la carne dei supermercati, preferendo quella dei piccoli agricoltori e macellerie la cui filiera è tracciabile.
In caso contrario, l’essere umano continuerà, ridicolmente, ad autodistruggersi.