
Foto di Chris Pratt al San Diego Comic-Con 2016 © Gage Skidmore, CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons.
Dopo i due flop con Cherry prima e The Grey Man poi, i fratelli registi Anthony e Joe Russo hanno deluso ancora le aspettative. The Electric State, film uscito su Netflix lo scorso 14 marzo infatti ha ricevuto recensioni generalmente di parere negativo, in primis da Rotten Tomatoes.
Viene, in particolar modo, all’opera dei fratelli Russo, criticata la grave mancanza del coinvolgimento emotivo nello spettatore. A dispetto di fotografia e design, assolutamente di qualità, la trama e le sorti dei personaggi, nonché la conclusione della vicenda, paiono troppo scontate.
E così è. Ma da qui a dire che il film pecchi clamorosamente in tutto ciò dipende dai gusti.
Ma ci arriveremo.
La trama, velocemente e senza spoiler
La protagonista, Michelle, è un’adolescente che vaga in un’America alternativa degli anni ’90 devastata da una guerra misteriosa. Accompagnata da un robot, Cosmo, incontrerà Keats, un uomo dal passato poco chiaro, che a sua volta si fa accompagnare da Herman, un amico robot. Tutti e quattro partono alla ricerca del fratello scomparso della protagonista. Sullo sfondo, un paesaggio di rottami tecnologici e megastrutture abbandonate, popolato da robot inquietanti e resti di un passato che sembra non voler morire.
Il commento della critica
Come detto precedentemente, la critica internazionale ha generalmente dato pareri negativi sul film, sottolineando come unico punto a favore quello della sua estetica visiva e il design dei robot, che contribuiscono a creare un’ambientazione affascinante.
Di punti a sfavore, invece, ne sono stati sottolineati molti.
Innanzitutto, la mancanza di originalità nella trama e una narrazione prevedibile, che non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Secondariamente, le performance degli attori, inclusi Millie Bobby Brown e Chris Pratt, sono state giudicate piatte, con personaggi poco approfonditi e privi di profondità emotiva.
Infine, sono state anche criticate le sequenze d’azione ripetitive e l’assenza di una visione artistica significativa, rendendo il film più un’esperienza superficiale che un’opera coinvolgente.
Il commento personale
Guardando il film, le critiche generalmente negative sono ovvie. Tuttavia, la domanda che spesso non ci si pone è: davvero allo spettatore tutto questo interessa? Voglio dire, siamo sicuri che un film definito oggettivamente un flop artistico non possa essere apprezzato ugualmente? Un film può piacere anche se ha dei difetti. È quello che, a mio parere, talvolta sfugge.
The Electric State ha dei difetti evidenti, ma è un film godibile, semplice da capire, che non tratta di temi veramente accaduti. Ecco, quest’ultimo fattore è fondamentale. Se un film che tratta di vicende realmente accadute non è fedele, il problema si nota, è evidente. E stona. E merita di essere universalmente criticato. Ma non è questo il caso. Siamo qui di fronte a un film di fantascienza tratto da una graphic novel.
Tutto si basa sull’idea originale dell’autore di quest’ultima, e il film si rifà a quella. E credo che il prodotto cinematografico derivatone sia godibile. Perfetto per una serata di relax nel weekend. Magari in famiglia. Magari insieme ai propri figli.
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