
Screenshot tratto dal trailer di Look Back, Studio Durian (2024)
Profondo, toccante, intenso e malinconico: questo è Look Back, film d’animazione giapponese del 2024 (disponibile in lingua italiana su Prime Video), tratto dal manga omonimo di Tatsuki Fujimoto pubblicato nel 2021.
Però questo film è anche molto altro, per questo motivo ho voluto definirlo un caso. È un anime dotato di una potenza emotiva nitida, che poi è tratto presente, e distintivo, dell’animazione giapponese. Non di tutta, perlopiù di quella cinematografica. Non c’entra il target, non c’entra lo studio di produzione, è proprio una questione culturale. Questa è una cosa a cui mi capita spesso di pensare ogni volta che guardo capolavori simili. È cultura, tradizione.
È una particolarità che distingue l’animazione giapponese, quella di raccontare storie che non badano troppo a restituire una morale finale – tipica invece di produzioni occidentali. Tutto quello che può succedere, in positivo o negativo, viene messo a schermo. La storia dei personaggi non è sempre perfetta, non va a finire sempre tutto bene. Ed è quello che distingue anche il caso di Look Back. Solo che qui emerge una potenza emotiva ancora più marcata e, direi, apparentemente straziante.
La trama
Fujino è una giovane studentessa delle elementari con una grande passione per il disegno. Orgogliosa del suo talento, pubblica regolarmente strisce manga nel giornalino scolastico, ricevendo apprezzamenti dai suoi compagni. Tuttavia, tutto cambia quando la scuola inizia a pubblicare i lavori di Kyomoto, una misteriosa compagna che disegna con una tecnica sorprendente. Inizialmente frustrata e colpita dalla superiorità artistica di Kyomoto, Fujino decide di migliorarsi, dedicando sempre più tempo al disegno.
Un giorno, le viene chiesto di consegnare un diploma di riconoscimento a Kyomoto, che non frequenta la scuola a causa della sua timidezza e ansia sociale. Quando finalmente si incontrano, Fujino scopre che Kyomoto la ammira profondamente e che è stata la sua ispirazione per iniziare a disegnare. Le due ragazze diventano amiche e iniziano a creare manga insieme, coltivando il sogno di diventare autrici professioniste.
Col passare del tempo, il loro legame si intensifica, ma una scelta imprevista cambierà il loro destino. Un tragico evento segnerà per sempre la vita di Fujino, costringendola a confrontarsi con il peso del rimpianto e con la difficoltà di andare avanti.
Il commento
Look Back non può essere considerato come uno di quei classici anime, in cui la storia è leggera, delicata nell’impatto e visivamente spettacolare. Si sa, diversi film d’animazione giapponesi giocano perlopiù sulla qualità artistico-visiva, restituendo più che una trama coinvolgente, dei dettagli grafici mozzafiato. Per esempio, Your Name., Suzume, Weathering with you: sono tutti film dalla qualità pazzesca. Sono tutti di Makoto Shinkai e prodotti dalla CoMix Wave Films, tipicamente famosi per capolavori visivi.
Look Back non è così, è un capolavoro nel restituire allo spettatore una storia di una rivalità, che diviene inaspettatamente amicizia, per poi sfociare nella tragedia. In una tragedia che, però, non rovina il legame tra le due. Anzi, lo rafforza in un momento in cui apparentemente stava diventando più sottile.
Come si evince dalla trama, la storia è semplice, facilmente comprensibile. È complesso, semmai, non provare empatia nei confronti dei personaggi, così come staccare gli occhi dallo schermo. È complesso accettare che quella storia a un certo punto finisca. Dopo soli 58 minuti.
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