
La storia di Xu Lizhi, e della tragica sua fine a causa della Foxconn, è sicuramente una delle vicende più toccanti degli anni recenti. Finita sulle pagine di giornale di tutto il mondo, nel testo che seguirà ne verranno ripercorsi gli elementi cruciali.
Una lunga fila di soldatini silenziosi, vestiti con abiti profumati, gli ultimi con cui hanno salutato la famiglia. Sono ragazzi con un’età compresa tra i 17 e i 25 anni. Aspettano il proprio turno in religioso silenzio. Provengono dalle campagne cinesi, tutti colmi di grandi e spensierate aspettative di vita.
Vita e morte di Xu Lizhi
Tra di essi c’è un ragazzo di nome Xu Lizhi. Solitario, grande divoratore di libri, timido e riservato. Qualcuno in passato lo chiamava “attaccapanni” per via del suo gracile corpo.
Anche lui si trova in fila, ad aspettare. Di fronte a lui ci sono neri cancelli, oltre i quali si eleva un enorme edificio grigio e in parte malridotto. Respira forte, Xu, forse non sa quello che lo aspetta. Guarda gli altri suoi compagni, ma non esprimono niente che non sia la curiosità per quello che accadrà dopo. Gli uomini a guardia dell’entrata li passano in rassegna, controllando che tutti abbiano buoni requisiti per iniziare un nuovo percorso.
Ristoranti, piscine, qualche corso universitario, caserme dei pompieri, biblioteche, palestre e dormitori. Tutto quello che si desidera trovare sta qui, nella Foxconn. Non serve che tu trovi altro all’esterno, questa è la tua vita, e dovrai esserne grato. Questo, più o meno, è il discorso che le guardie fanno ai giovani un attimo prima di entrare.
L’inferno della Foxconn
La Foxconn è l’immensa multinazionale taiwanese dell’elettronica, fondata nel 1974. Tutti i giovani europei pregano i genitori affinché tra le loro mani arrivi cose come Xbox, Iphone, Mac. La Foxconn esiste per loro dandogli ciò che chiedono.
Forse Xu Lizhi non vuole finire lì, a guardare quel mostro grigio che sta per spalancare le fauci per mangiarselo vivo insieme ai suoi compagni. Si trova a Shenzhen e l’unica possibilità che ha per rendere fieri i suoi genitori è varcare la soglia che lo trasformerà in un vero uomo. Questo perché, da quando il nonno morì, Xu ha iniziato a sentire sulle spalle sempre di più il peso del fallimento. Del non saper fare niente che rendesse felici i suoi genitori.
Finite le superiori egli decise che mai sarebbe finito alla Foxconn. Ma è qui che la storia di Xu Lizhi va incontro a una svolta.
Xu sa, in fondo, che dentro quelle mura di cemento succede qualcosa di strano ai giovani che ci lavorano. Nota facce stanche, occhi inespressivi, guance scavate e andature ciondolanti. Pochi parlano, e quando lo fanno si assicurano che nessuno li stia ascoltando. Anche l’amore è proibito. Questo perché concedere alle operaie la maternità significa privarsi per nove mesi di preziosa e sottomessa manodopera.
Quando il lavoro ti inghiottisce
Rispetta turni di 10 o 12 ore consecutive. Non parla quasi con nessuno. Tiene duro, sa che tutto questo servirà e un giorno quel dolore gli sarà utile. Spesso pensa a mamma e papà, salvati grazie ai soldi che invia regolarmente. Sorride forzatamente.
Se capita che qualcuno sbagli, il sorvegliante non dice niente al momento, ma organizza poi una grande riunione in cui il povero operaio è costretto a chiedere pubblicamente scusa attraverso un discorso studiato nei minimi dettagli. Questo a cosa serve? A far apparire la Foxconn come il male minore, come quella risorsa imprescindibile per qualunque giovane ambizioso che intende far carriera lontano da casa. I sorveglianti, inoltre, per incrementare i ritmi di lavoro, dicono continuamente che l’azienda è sull’orlo del fallimento. Questo serve a far nascere e crescere un senso di colpa inestinguibile nei cervelli degli operai.
Spremere il “materiale umano” – come diceva Adolf Eichmann, l’architetto della soluzione finale nella Germania nazista – in più modi possibili. Riducendolo ad un ammasso di carne, vene e ossa impossibilitato alla ribellione per richiedere diritti, paghe oneste e trattamenti dignitosi. Questa è la trappola per volpi: credi di avere le carte in regola per crearti il tuo futuro, avere la tua indipendenza, il tuo merito. Il tutto condito con una buona dose di spregevole inganno.
Cosa sono diventato?
Xu Lizhi continua a guardare la sua immagine riflessa e il riflesso guarda lui.
Si allontana dal dormitorio a passi meccanici, sembra un automa, lasciando tutte le sue cose sul letto. Forse c’è anche una foto della sua famiglia con lui sorridente, quando il sole gli accarezzava la pelle e rideva per ore alle battute del nonno, al solletico del padre, alle prese in giro della madre.
La storia di Xu Lizhi ha fine quando egli si schianta al suolo il 30 settembre 2014, buttandosi da uno dei tanti piani della Foxconn, nonostante le reti antisuicidio installate.
Cade esattamente come è caduta quella piccola vite, senza far rumore, nell’indifferenza generale, in un giorno come tanti altri, dentro le mura nere della Foxconn, impenetrabili alla luce del sole, ma stracolme di tutti quei sogni disintegrati che i giovani operai cinesi sono abituati a veder marcire davanti ai loro occhi.
In questa notte oscura di straordinario
cadendo in verticale, tintinnando leggermente
una vite è caduta a terra
Non attirerà l’attenzione di nessuno
Proprio come l’ultima volta
in cui in una notte come questa
qualcuno crollò a terra.
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