
Esiste davvero un lato oscuro dei social? Possono questi essere considerati un problema? Cercherò, in questa sede, di fare chiarezza su quanto possa essere difficoltoso, al giorno d’oggi, capire e rapportarsi con gli altri su queste piattaforme online, che spesso nascondono vere e proprie insidie.
Premetto: in questo articolo non troverete alcun tipo di verità assoluta. Non mi metterò filosoficamente ad analizzare ogni singolo ingrediente dell’elisir di dover guardare a se stessi e non rompere i cosiddetti a chi non la pensa come me. D’altra parte, non è detto che un pensiero sia migliore di un altro solo perché, intuitivamente, appare quello più appropriato. La verità assoluta, a mio parere, esiste solo in caso di crimine.
Avendo, tuttavia, vissuto anche in un periodo differente da quello d’oggi, dove la digitalizzazione era agli inizi, vorrei tracciare la tendenza attuale del delirante mondo pseudo-sociale che si sviluppa online.
Partirei da un topic fondamentale: i social – non internet, sia chiaro – sono un problema? “Sì”, verrebbe da dire, a primo impatto. “Sì”, è quello che direi anch’io, ma non per le stesse ragioni che potrebbero avere altre persone. C’è chi li mette in dubbio in quanto possano provocare apatia, o recidere quel tanto necessario dovere di frequentarsi nella vita vera. In effetti, potrebbe avere senso, ma non in toto. Questo perché è comunque un fatto conclamato che rendano le relazioni interpersonali decisamente più agevoli. Connettono il mondo intero sopperendo al concetto di limite temporale e spaziale. E non è poco. Ma allora dov’è il problema? Semplice: rendendo la comunicazione accessibile a chiunque e senza limiti, il rischio di caos digitale è inevitabile.
Avendo tutti l’opportunità di connettersi con un click, basta poco per far sì che si crei un miscuglio eterogeneo di identità diversissime tra loro. E non solo. Qui verrei al problema principale, quello che dà il titolo all’articolo: il lato oscuro dei social.
Quanti di noi si sono imbattuti in profili di persone falsi? O meglio, in figure fittizie che dicono di essere ciò che non sono o, ancor più, sono a tutti gli effetti anonimi? Credo tutti, direttamente o meno. Esistono infatti moltissime persone al mondo che navigano su internet, social compresi, senza mostrarsi, anzi celando completamente se stessi. In tal modo possono permettersi di tutto: come rubare l’identità, spacciandosi per chi non sono, e anzi, fingendosi persone realmente esistenti e comportandosi da tali. Oppure, ancora, aprendo diversi profili segreti per poter esprimere la propria nuda e cruda opinione, senza essere rintracciati.
La rovina di internet, e dei social, a mio avviso è proprio questa: poter esprimersi liberamente, senza mettersi necessariamente in mostra, diffondendo una quantità di odio senza alcun limite. Il tutto riversandolo verso altre persone che semplicemente esprimono un parere contrario.
È questo un problema fortemente identitario: di chi fidarci? Dopotutto, guardandosi attorno in ogni singolo momento della propria vita, dietro una persona apparentemente gentile e a modo, può celarsi il male assoluto. Magari quel banchiere vestito in giacca e cravatta sulla metropolitana, che si esprime in linguaggio forbito, ha come passatempo quello di augurare la morte agli altri, una volta a casa. Potrebbe sembrare eccessivo questo esempio, ma purtroppo sono cose che accadono per davvero.
“In realtà è semplice: basta non farci caso ed evitare di rispondere a queste persone” potrebbe venirmi detto. Purtroppo non funziona sempre così: esiste tanta gente che soffre di fronte a critiche anche velate, non immagino dietro a insulti al veleno.
“Basterebbe non esporsi proprio” ho sentito dire. Beh, ma non siamo in dittatura, dopotutto. Ognuno deve avere il diritto di dire la propria senza alcun timore, però rispettando anche il pensiero altrui. E soprattutto senza maledire pubblicamente nessuno.
Come risolvere? Discutendone privatamente con amici e conoscenti, credo che bisognerebbe evitare che le persone possano aprire account falsi, limitandosi ad averne semplicemente uno. Uno a cui siano legate tutte le proprie informazioni personali e private. Così facendo tutti sarebbero responsabili delle proprie azioni, e probabilmente ci penserebbero due volte prima di esporsi in questo modo. È una cosa fattibile? Direi di no. L’unica via d’uscita è il buonsenso: rispettare gli altri senza nascondersi dietro l’anonimato.
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